Chiesa di Santa Maria la Nova

Chiesa di Santa Maria La Nova con annesso Convento

Chiesa S.Maria la Nova

Scheda di dettaglio

LA CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA

La chiesa di S. Maria la Nova, con il cenobio benedettino che un tempo le era annesso, sono di fondazione antichissima, tutte le fonti, infatti, ne datano l’origine tra la fine del sec. XI e l’inizio del sec. XII. Una prima testimonianza su di essi ci è offerta dal Chronicon Neritinum, in cui si legge:

      “Anno 1120. Il Conte Boemondo e Costanza sua moglie fabbricarono un bel Convento nella terra di Racale e lo donarono all’Abate Tristaino benedettino, succeduto ed Everardo nel Convento di S. Maria de Nerito per farlo abitare dai suoi monaci”

Questa notizia è storicamente inesatta, in quanto Boemondo I (primogenito di Roberto il Guiscardo) morì nel 1111, lasciando la moglie Costanza tutrice del piccolo Boemondo II. Per cui bisogna concludere che il Chronicon sbaglia o nell’indicare l’anno di fondazione o circa il nome del fondatore o addirittura in entrambi i dati che riferisce. Alcuni studiosi, però, come E. Mazzarella, dimostrano come un’imprecisa cronologia non può mettere in sospetto la sostanza dei fatti e l’autenticità dell’intera opera, considerati soprattutto il tempo e la natura dell’opera stessa.

Lo storico Pietro Polidori da Lanciano nel 1767, nella sua De Neritina ecclesia ac de suis Episcopis Dissertatio Historica, ci riporta che il monastero, sotto il titolo di San Benedetto, nella terra di Racale, diocesi di Nardò, fu costruito nel 1085 dal Conte Goffredo, normanno, e nipote del più celebre Roberto d’Altavilla (il Guiscardo).

A sua volta, un altro storico neretino, Giov. Bernardino Tafuri tramanda l’epigrafe, oggi perduta, della Chiesa di S. Maria la Nova, da cui risulta chiaro che il fondatore del Convento è il Conte Goffredo, mentre la realizzazione della Chiesa sia da collocarsi nel 1154.

Fino agli inizi del XVII secolo la Chiesa era a tre navate con quella centrale più alta rispetto alle laterali, e con volte a capriate e tegole. Tracce della triplice navata restano a sinistra dell’attuale Chiesa, dove vi sono alcuni vani con finestrelle e capitelli poggia-travi di gusto spiccatamente romanico, e con diversi affreschi, alcuni dei quali del sec. XIV-XV nascondono tracce di affreschi ben più antichi. Questa navata laterale si è salvata perché in un secondo momento è stata chiusa e trasformata in una serie di cappelloni, che in ultimo sono stati separati del tutto dalla Chiesa.

Lo sviluppo in lunghezza della Chiesa antica era maggiore dell’attuale: infatti, sopra un muro della sacrestia, posta dietro al presbiterio, sono conservati due pilastri polistili, che si prolungano in un vano del sovrastante convento e reggono un arco a sesto acuto.

Il cenobio di S. Benedetto si apriva a sinistra (per chi guarda) della Chiesa, ma in posizione più arretrata rispetto al fronte attuale; di esso restano alcuni pilastri e alcuni archi a sesto acuto.

Nel 1395 si ebbe un rovinoso terremoto le cui conseguenze furono particolarmente disastrose per il cenobio e probabilmente anche per la Chiesa di S. Maria la Nova, che ormai per la loro vetustà dovevano essersi notevolmente indeboliti nelle loro strutture portanti.

Racconta il Chronicon Neritinum:

    “Anno 1395. Foe no grande tremolizo e distrusse lo Conviento dei Benedettini di Racale e li monaci chiamati dalli abitanti di Casarano e di Matino occuparono parte lo conviento di Santa Costantina e parte la chiesa di San Mauro presso Matino.

Agli inizi del sec. XV la Chiesa, in qualche modo rabberciata, appare coperta da un tetto di canne. Nel 1444 il Vescovo di Nardò Mons. Stefano de Pendinellis concesse, ai Frati Francescani, di utilizzare le rovine dell’antico cenobio benedettino di Racale per costruirci un loro convento. Preso possesso nel 1445 nel 1453 il barone Salvatore Tolomei innalzò ivi a sue spese il Convento Francescano, che fu intitolato a S. Antonio di Padova e che venne distrutto nel 1962.

Nell’apprezzo del 1682 viene riportato circa la Chiesa:

   “ad una nave, coverta a lamia in mezzo la quale è uno scudo di marmo gentile di buono intaglio d’una lupa allattante, … e dal coro pr.tto con grada a lumaca s’accende ad un altro coretto formato sopra il pr.tto, et al piano delli dormitorj per comodità delli RR.PP. Per officiare la notte, et accosto essa chiesa se ritrova il suo chiostro, dove sono più stanze, sopra suoi dormitorj, dove è labbit.ne commoda per 20 padri de quali viene servita, et officiata, e sono al numero di dieci cioè tre sacerdoti, e sette laici, q.li vivono d’elemosina. 

Dopo secoli di storia, il 6 Luglio 1866 il convento fu soppresso dalle leggi eversive del nascente Stato Italiano. Nel 1884 una parte dello stabile fu restituito all’Ordine Francescano, che, dopo pochi anni, lo vendette a privati. Il resto dell’edificio rimase in mano al Comune, il quale lo adibì prima a sede municipale, poi ad alloggio per i militari, quindi a ricovero per profughi e infine a ospizio per famiglie indigenti.

Nel 1921 il Comune cedette parte dell’edificio in suo possesso al nascente “Educatorio S. Antonio”, tenuto dalle Suore Salesiane dei SS. Cuori, per farvi un asilo infantile; successivamente, nel 1962 donò al medesimo Ente anche la restante porzione, perché sul suolo risultante dall’abbattimento del Convento si potesse costruire una moderna scuola materna. 

  • GPS  - Lat: 39.96337746645305    -     Long: 18.09505290655842
  • Fonte:  A. Serio, G. Santantonio - Racale, note di storia e di costume - Editrice Salentina, 1983;
  • Elaborazione dati: Studio di Consulenza Archeologica ed Ambientale, Racale

Contatti e recapiti

Galleria immagini

Chiesa S.Maria la Nova

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Chiesa interno

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Convento

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Interno Convento affresco ultima cena

Interno Convento affresco ultima cena

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