Monumenti megalitici

Scheda di dettaglio

“PETRE”

L’arte della pietra nel Salento

        Numerosi monumenti megalitici adornano la campagna salentina, quali testimoni di un passato avvolto ancora nel più fitto mistero. Essi, infatti, testimoniano la loro antichità ma non ciò che hanno vissuto. La lunga tradizione legata alla loro presenza è sepolta dallo scorrere dei secoli ed è gelosamente in essi custodita. A quale intima sensazione dell’uomo davano corpo? Dal punto di vista tipologico, in Salento, possiamo riconoscere tre principali monumenti realizzati con l’utilizzo della pietra: I Dolmen, i Menhir e le Specchie.

I DOLMEN

        Il Dolmen è un monumento megalitico (dal greco megas, “grande” e lithos, “pietra”). La sua struttura architettonica risulta essere molto semplice. È costituito, infatti, da una serie di ortostati o pilastri infissi nel terreno, preposti al sostegno della pietra tavola con funzione di copertura. Le loro forme e le loro dimensioni variano da luogo a luogo, e spesso persino nello stesso areale persistono tipologie notevolmente differenti tra loro. Ad esempio nei Dolmen dell’area di Bari si può notare la presenza di un ulteriore elemento architettonico, il dromos, un corridoio costituito da pilastrini infissi nel terreno, posto a segnalarne l’accesso. Il termine Dolmen deriva dall’antico idioma bretone Dol (tavola) e Men (pietra), e indica la tavola di copertura posta sui pilastri di sostegno. La funzione primaria di questi monumenti è del tutto ignota, vista l’assenza di documentazione letteraria. A causa di ciò sono state formulate alcune ipotesi e la più accreditata ritiene l’architettura megalitica quale espressione monumentale del culto dei morti.

I MENHIR

        Anche il termine Menhir deriva dall’antico idioma bretone Men (pietra) e Hir (lunga). È un monumento a forma di parallelepipedo a base rettangolare ed è infisso verticalmente nel terreno o in alloggiamenti scavati nel banco roccioso affiorante e si sviluppa con un’altezza che può raggiungere anche i 5 m (San Totaro, Martano). Su molti menhir, inoltre, vi è rappresentata una croce, che può essere greca, quando il patibolo ha la stessa lunghezza dello stipite, e latina, quando lo stipite è di lunghezza maggiore rispetto al patibolo. L’esigenza della croce (che può essere graffita, o inserita in alto sulla faccia superiore ) forse sorse perché in passato si volle cristianizzare questi monumenti, i quali furono con molta probabilità eretti in epoca pagana. Un ulteriore caratteristica dei Menhir si può notare nell’orientamento, infatti in molti esemplari la faccia più larga del menhir è sempre rivolta verso oriente, cioè verso est. punto in cui sorge il sole, e forse ad esso in qualche modo collegati. Il Menhir racchiude in sé, nella maestosità del suo monolitismo, (monos, “una” o “singolo”, e lithos “pietra”) una forza tale da essere riuscito a sfidare le vicende violente del tempo e della storia, che non sono riuscite a piegarlo. Anch’esso come il Dolmen, è un misterioso ed arcaico testimone di tempi che furono e sollecita l’intelligenza dell’uomo ad individuare la funzione per la quale fu edificato: luogo di culto? Luogo di raduno comunitario? Arcaico annunciatore del susseguirsi del tempo e delle stagioni? O più semplicemente, il segno della forza virile a cui riferirsi per attingere l’energia necessaria a costruire le ciclopiche mura delle città? Il fascino di questi monumenti è legato anche al fatto che la loro presenza è attestata in ambiti geografici le cui popolazioni hanno evidenziato differenti aspetti culturali.

LE SPECCHIE

        Le Specchie, sono monumenti costituiti da blocchi megalitici. Di solito, esse insistono sulle alture delle serre salentine e vennero costruite nel luogo che permetteva un’accurata osservazione del territorio. È certo che i Romani le identificarono come posti di guardia, come punti di osservazione e, quindi, diedero loro il nome di speculae (dal verbo speculor che significa “osservare intorno”). Molte ipotesi sono state formulate nei loro riguardi. Alcuni Archeologi le ritengono delle tombe monumentali erette in onore di un capo, altri ipotizzano, invece, che fossero avamposti utilizzati per la caccia. Anche Racale ha la sua Specchia ed è situata sul punto più alto della serra in località Li Specchi. Posta fra la città e il litorale, permette di ammirare il tratto che si sviluppa da Gallipoli alla marina di Alliste da un lato, e dell’intera piana di Racale dall’altro. E’ costituita da un enorme cumulo di pietre eterogenee giustapposte a formare una struttura semiconica e sulla sommità presenta tuttora un parapetto circolare e semidiruto, notato anche su altre specchie, quelle meglio conservate.

Elaborazione dati: Studio di Consulenza Archeologica ed Ambientale, Racale


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